Il contesto è di grande fascino: un edificio nobiliare nel Sasso Caveoso (palazzo Torraca) che nel Settecento è stato dimora di una delle più importanti famiglie aristocratiche locali: gli Ulmo, appunto, da cui l'insegna. Quindi, in un riuscito connubio di storia e modernità, tra opere d'arte e arredi di design, e con il plus ragguardevole di un terrazzo con vista sul centro cittadino (dove in estate è possibile mangiare), ci si accomoda per vivere un'esperienza gastronomica glocal di livello figlia della tecnica e della creatività di Michele Castelli e Virginia Caravita. A tavola, si può optare per uno dei tre degustazione proposti, ognuno con possibile relativo pairing: il Contaminazioni (5 corse a 80 euro) con piatti di terra, il Dimora Ulmo (6 piatti a 95 euro) al gusto mare, o il Gourmet (sette portate a scelta dello chef a 110 euro). Si beve bene. Servizio garbato e preciso.