Idylio by Apreda del The Pantheon Iconic Rome Hotel

Esperto navigatore del Mar delle Spezie, elegante bucaniere dagli occhi che incantano, Francesco Apreda è ormai un approdo sicuro, anche quando c'è tempesta oppure la nebbia sbianchetta le rotte e confonde le idee. Napoletano con la valigia sempre pronta, romanizzatosi il giusto dopo vent'anni nella Capitale, lontano dai red carpet (malgrado pochi abbiano il suo physique du rôle), da qualche anno è approdato alle cucine di uno splendido boutique hotel a due passi dal Pantheon, senza mai accomodarsi, anzi, dando ancor più fuoco alle sue ambizioni. Idilyo è il luogo nel quale il naturale orientalismo con cui Apreda esotizza le sue solide radici campane - frutto non di una posa modaiola ma di anni di lavoro nelle cucine asiatiche e di studi approfonditi - si esprime a un livello che definiremmo quasi perfetto, se non fossimo convinti che crescerà ancora. Tre percorsi degustazione sono tutto ciò di cui ha bisogno per il suo manifesto attuale: nel Terra mia (cinque portate, 120 euro) ritroviamo la sua campania felix, con l'impepata di cozze e melanzane e i maccheroni arruscati al ragù napoletano; nell'Iconic Signature (sei portate, 140 euro) i suoi classici contemporanei, con episodi salienti come il risotto cacio pepi e sesami e il pollo in due culture. E poi c'è il menu Sapidità Essenziali (sette portate, 160 euro) nel quale ecco finalmente l'avanguardia pura, che esplora i confini del nostro gusto, senza perdere d'occhio la piacevolezza: indimenticabili il carciofo con la lattuga di mare e lo zafferano e la ricciola all'ischitana con asparagi bianchi e fave. Possibilità di un menu su misura, con quattro piatti pescati dalle altre carte a 100 euro. Carta dei vini di livello, ma ancora migliorabile; il servizio è inappuntabile.