Nikita Sergeev ha messo l'anima nel progetto della nuova casa de L'Arcade e ne ha ricavato un luogo dove la sola bellezza della natura che filtra dalle grandi vetrate è solo uno dei tasselli del mosaico. Le altre tesserine rendono un insieme brillante: servizio avvolgente eppur leggiadro, ritmato e attentissimo; pochi tavoli ben distanziati, elegamente vestiti e valorizzati da comode sedute; i tanti piccoli particolari di gusto personale disvelati nelle stoviglie man mano che il pasto prende il volo dopo un decollo fatto di gustosi amouse bouche da mangiare senza posate. La cucina di Nikita è fatta di morsi golosi, ingredienti inconsueti, accostamenti solo apparentemente bizzari e una tecnica cristallina che oramai padroneggia l'esuberanza giovanile. Il viaggio è un crescendo di sensazioni: straordinari limoni di mare in zuppa fredda di triglie; l'asparago con zabaione di anguilla affumicata; spaghetti con cannolicchi, bottarga, paccasassi (finocchio marino selvatico) e salvia; i risotti capolavoro tra cui quello con aceto di Sherry, lumache in verde e patè di seppie. Cervo e cozze è un abbinamento che sfida, vincendo, la forza di gravità ma è altrettanto magnetico il piccione fumè e uva di mare. La pasticceria e i petit four sono adeguati al livello pur se meno sorprendenti. Al contrario, la cantina si mostra piena di etichette rare e annate introvabili per un pairing di alto profilo. Il lungo percorso Nikita a 110 euro o la versione smart da 80 danno un rapporto qualità prezzo tra i più vantaggiosi d'Italia.