La tavola "buona" in città da un tempo che pochissimi, in Italia e non solo, possono vantare. Data di nascita accertata metà Cinquecento, resilienza infinita e, tanto per non cambiar razza, quasi mezzo secolo ormai trascorso nelle mani di una consolidata gestione familiare. Premesse solide a una cucina solida e senza sorprese, che va dritta al punto, si tratti del menu di territorio (il locale si autodefinisce con qualche civetteria "osteria trentina"), di quello tutto mare o della pesca libera in carta, tra crema di ortica, polenta e saor in ambo con pesci di acqua dolce assortiti, pappardelle al ragù di coniglio, anatra in salsa di ciliegie. Dolci curati. Servizio navigato e cantina all'altezza.