È varcata la soglia dell'austero palazzo cinquecentesco che l'avventore è invitato a un viaggio multisensoriale dove la sintassi più tradizionale dell'esperienza ristorativa verrà spesso modificata: spiazzando, ma ancor più stimolando con una crescita notevole rispetto alle prime stagioni. Perché il talento di Christian Mandura e dei suoi ragazzi (tutti impegnati tanto in cucina che in sala) riesce a dar vita a una cena dalla piacevole teatralità: a partire dalle luci soffuse quindi per i cambi di scena tra gli aperitivi (ai tavoli) e la cena (al bancone), sino ai giusti tempi del servizio. In tavola va la cucina italiana rivisitata nei suoi grandi classici, scambiando però l'ordine degli ingredienti con sicurezza e tecnicità: al centro le verdure; la carne o il pesce a mo' di contorno. Il gioco funziona perché la mano è ispirata e la cucina punta alla concentrazione del gusto. D'interesse la carta dei vini selezionata da Jacopo Restagno. Servizio agile e puntuale.