LA VIGNA | Un tempo riserva di caccia borbonica e oggi Parco Naturale WWF, il cratere degli Astroni battezza anche questa bella realtà ubicata nella porzione della città di Napoli che rientra nell'areale dei Campi Flegrei. La vigna si trova sul versante sud della collina dei Camaldoli, su terreni franco-sabbiosi di matrice tufacea, con alternanza di strati legati alle eruzioni flegree. Qui troviamo i filari di piedirosso, una varietà autoctona che negli ultimi ha finalmente trovato una nuova dimensione, con piante di circa 30 ani. La lavorazione è a dir poco artigianale: diraspatura manuale, vinificazione in un tino troncoconico di ciliegio, fermenta sui propri lieviti indigeni; poi, macerazione sulle bucce per circa 60 giorni. Quindi, riposa in botti di castagno da 350 litri ,per poi affinare in bottiglia per 20 mesi.
LA PERSONA | Avviata alla fine degli anni '90 come progetto "premium" della storica famiglia di vinai dei Varchetta, è oggi guidata da un affiatato team che vede in prima linea da Cristina Varchetta, Gerardo Vernazzaro e il cugino Vincenzo. A loro il merito di rendere sempre più personale una variegata gamma di tipologie campane, dove spiccano i cru Astroni, Camaldoli, Imperatrice e Jossa.
IL VINO | Sensazione di calore, sprint di zolfo, olive nere mature, caffè tostato. Non proprio i profumi che ritroviamo in tutti i vini. La bocca è densa, quasi viscosa, con un profilo carnoso che accentua la polpa e lo rende davvero goloso. Ha tratti quasi di castagna, abbinati a sensazioni maturi di frutta nera, ma anche toni di alloro e rosmarino, sullo sfondo una piccantezza erbacea da friggitelli. L'ingresso è maturo e ricco, poi il vino accelera su toni crescenti fumé, piacevolmente sulfurei, per un finale lungo che continua a cambiare ed evolvere.