LA VIGNA | Terra di confine tra Italia e Slovenia, l'Oslavia è stata il teatro di duri scontri durante la Prima Guerra Mondiale. Testimone di queste battaglie è l'Ossario di Oslavia, all'ombra del quale si trovano i vigneti di Dario Princic che poggiano su terreni formati da una stratificazione di rocce sedimentarie di arenarie e marne di origine eocenica -la cosidetta "ponca"- e argilla, con esposizione a sud-est. Tra le varietà autoctone e internazionali presenti nel vigneto troviamo la ribolla gialla, vitigno bandiera di questa zona. Dopo la vendemmia la fermentazione è svolta in botti di acacia e rovere, tramite lieviti indigeni e la macerazione sulle bucce è di circa 35 giorni. Subito dopo il vino sosta in grandi botti per 12 mesi prima di essere imbottigliato.
LA PERSONA | Si può annoverare Dario Princic in quel gruppo di produttori che a partire dagli anni '80 hanno abbracciato un recupero del passato e della tradizione e un totale abbandono dell'utilizzo di chimica nella vigna. Dal 1988 si è distinto grazie a dei vini fortemente territoriali e affascinanti, forti del fatto di conservare al palato un'anima artigianale che vede l'assenza di filtrazioni o chiarifiche prima dell'imbottigliamento.
IL VINO | Il giallo luminoso dai riflessi aranciati nel bicchiere rimandano al ruolo estrattivo della macerazione sulle bucce. La rosa di profumi è ampia e sfaccettata: spezie, erbe secche, albicocca disidratata, eucalipto, arancia amara, elicriso, note di frutta secca e sfumature iodate. Più lo si tiene nel bicchiere, più si amplificano le sensazioni percepite. L'intensità del naso è bilanciata da una bocca più leggera ed agile, in cui i sentori si fanno più agrumati e freschi. Un vino che riesce a diventare incisivo grazie al senso della misura e della tradizione.