LA VIGNA | Ci troviamo nella costa ligure, precisamente in alcuni appezzamenti vitati tra i più vocati delle colline di Bonassola. I terreni sono perlopiù argillosi, il clima è caldo, ma molto ventilato e le esposizioni garantiscono una corretta e costante maturazione delle uve. È qui che nasce, o meglio rinasce, il ruzzese, varietà autoctona storica che Davide e Giuseppe, titolari di Ca' du Ferrà hanno scoperto dopo aver partecipato a un convengo sui vitigni storici della Liguria. Un antico vitigno a bacca bianca, tipico del Levante ligure, un tempo coltivato nell'area compresa tra Bonassola, le Cinque Terre e i Colli di Luni, da cui storicamente si produceva un vino di grande pregio. Le prime produzioni risalgono al VI secolo dopo Cristo, ma il suo apice arriva nel 1500 quando diviene il vino più apprezzato da Papa Paolo III Farnese. Per più di quattro secoli il vino Ruzzese, in versione dolce, troneggia nelle tavole più importanti, ma poi, come altre varietà, scompare quando la fillossera divora e stermina la maggior parte dei vigneti europei. Attualmente Davide e Giuseppe hanno 1500 piante dislocate nei terrazzamenti delle colline di Bonassola che guardano il mare.
LE PERSONE | Davide Zoppi e Giuseppe Luciano Aieta sono i giovani titolari dell'azienda Ca' du Ferrà, piccola realtà artigiana del comune di Bonassola. Uniti nella vita e - è il caso di dirlo - nel vino, portano avanti con passione una vera e propria boutique winery e qui producono diverse etichette che nascono dalla più antica tradizione ligure, ma sono assolutamente proiettati nel futuro. La cantina è legata anche all'agriturismo Ca' du Ferrà Farm & Relax, realtà che Davide eredita dalla famiglia e fa diventare l'attività della sua attuale famiglia. I vini prodotti sono autentici, altamente territoriali, figli di passione e di questa bellissima porzione di Liguria. Le varietà che coltivano sono vermentino, bosco, albarola tra i bianchi, sangiovese, vermentino nero, ciliegiolo, syrah e merlot tra le uve rosse. C'è poi il ritrovato ruzzese, da cui ottengono l'elegante passito che vi presentiamo.
IL VINO | Partiamo dal nome. "Cosa c'è di più personale del compleanno? Questo vino è un omaggio a Giuseppe ma anche alla storia del Ruzzese. Le date, i numeri hanno forgiato i secoli, ed è proprio ripescando nei secoli passati che abbiamo recuperato e ridato alla luce questo vitigno ligure unico" racconta Davide. Pochissime le bottiglie prodotte, confezionate rigorosamente a mano, figlie di una produzione artigiana anche nel packaging. Nel 2015 le prime 77 barbatelle reimpiantate che poi diventeranno 1500. Nel 2020 la prima vendemmia, tardiva, e il conseguente appassimento che si protrae fino alla fine di novembre. Il vino che ne deriva ha un olfatto incredibile. I profumi si alternano tra note primarie di frutto bianco maturo e tocchi iodati in cui si inseriscono cenni di erbe mediterranee e arbusti marini. La bocca è ancora più sorprendente: si avverte fin da subito una dolcezza calda, morbida, mai stucchevole, perfettamente equilibrata da una sapidità da manuale e una freschezza acida che viene fuori nel finale, garantendo una bella pulizia gustativa e una profondità incredibile.