"Farò dei 'culur-giorgiones', una versione rivisitata dei veri culurgiones sardi, e non perché non voglia rispettare la tradizione o chi mi ha insegnato a farli, ma più semplicemente perché non sono capace di rifarli uguali". Prepariamo la farcia per la nostra pasta mescolando, in un contenitore di vetro, la ricotta, un goccetto di brodo vegetale, un pochino di sale grosso, pepe macinato al momento, una bella patata lessa spellata e schiacciata, due foglioline di maggiorana spezzetate a mano, uno spiumicchio di timo e giriamo il tutto fino a far amalgamare per bene. Poi ci dedichiamo alla preparazione di un impasto acqua e farina semplicissimo: in un altro contenitore di vetro mescoliamo un po' di farina e un pochino di semola rimacinata che dà spessore all'intruglio, versiamo un goccetto d'acqua, un nonnulla d'olio e un pizzico di sale. Giriamo, smucianiamo, impastiamo per bene con le mani fino a ottenere una bella pallotta morbida e liscia, e la lasciamo riposare per qualche minuto coperta così non si secca. Stendiamo la pasta, tagliamo dei dischi, mettiamo al centro la farcia, chiudiamo a metà e a questo punto dovremmo creare la classica chiusura a spiga dei culurgiones; ma visto che questi saranno dei "culur-giorgiones" li chiuderemo a mo' di raviolo. Con molta delicatezza tuffiamo la pasta nell'acqua bollente salata per qualche minuto e per coronarla degnamente la condiamo in padella con una noce di burro, un po' di Fiore Sardo grattuggiato e una fogliolina di maggiorana. Faremo un test. "La forma non è di certo quella dei culirgiones, però sono buoni. Delicious! Buon appetito!".
